La Presentazione della SS. Vergine al Tempio

Esarcato Greco Cattolico

Secondo incontro catechistico per adulti 2017-2018

 

Nel primo incontro, quello del mese di ottobre, vi presentavo in linee generali come l’anno liturgico di qualsiasi Chiesa cristiana era un momento ed un luogo di catechesi e di mistagogia. Come l’anno liturgico ci portava a celebrare e a vivere il mistero di Cristo stesso. E vi accennavo ai due grandi gruppi o alle due colonne in cui potevamo situare le grandi feste: quelle a data fissa e quelle a data mobile nel calendario bizantino. Cito di nuovo quella frase in latino che vi citavo al primo incontro e che dovrebbe essere in qualche modo il filo conduttore della nostra mistagogia in questi incontri: “Annus liturgicus ipse est Christus”  (δηλαδή «το λειτουργικό έτος είναι ο ίδιος ο Χριστός»).

Oggi vorrei parlarvi di una delle grandi feste a data fissa, quella del 21 novembre: l’Ingresso della Mare di Do nel tempio. In questi nostri incontri a scadenza mensile, se coincidono con qualche festa importante, ve ne farò il commento e la presentazione.

Il 21 del mese di novembre, nella tradizione bizantina, abbiamo una delle Dodici Grandi feste, quella dell’’Ingresso della Madre di Dio nel tempio. Vorrei fare con voi stasera una introduzione e una lettura dei testi liturgici della festa, per aiutarvi, spero, a viverla meglio. Delle volte c’è il pericolo che la ricchezza delle grandi feste, soprattutto se come nel nostro caso cade in giorno di lavoro, scivoli sopra la nostra attenzione. Sarebbe buono che leggessimo, preparassimo un po i testi liturgici –non soltanto per leggerli o cantarli meglio dopo- ma per vivergli meglio, nel profondo del cuore.

La festa del 21 novembre ha un’origine gerosolimitana, legata alla dedicazione / consacrazione di una chiesa nella Città Santa di Gerusalemme. Guardate che molte delle feste dell’anno liturgico hanno un “luogo santo” di riferimento: Nazareth, Betlemme, Gerusalemme… E questo per ché? Perché c’è un luogo storico legato a una festa? Per sottolineare la centralità dell’incarnazione di Cristo. Le nostre feste non sono dei “temi” o “concetti” teorici, bensì fatti concreti e reali di salvezza.

Molti degli aspetti della festa, presenti nei testi liturgici, ci vengono dal Protovangelo di Giacomo, un testo (un vangelo) apocrifo che ha avuto un influsso molto notevole su diverse feste liturgiche: e per la festa del 21 novembre troviamo in questo vangelo apocrifo il tema del corteo delle dieci fanciulle che accompagnano Maria –con un chiaro riferimento anche a Mt 25-, Zaccaria che introduce Maria nel tempio e nel Santo dei Santi; il cibo con cui Maria è alimentata dall’arcangelo Gabriele, prefigurazione del cibo che è la Parola di Dio e i Santi Doni che si ricevono nel tempio, nella Chiesa. Questi fatti la stessa liturgia li vede e li legge nel suo valore simbolico.

 Cosa celebra la Chiesa il 21 novembre, cosa celebriamo ognuno di noi in questa festa? In primo luogo bisogna dire che la Chiesa nella liturgia non celebra né cose, né temi, neppure personaggi, ma il mistero dell’amore immenso -l’amore folle- di Dio per gli uomini, per tutti gli uomini, amore manifestato pienamente nel suo Figlio Gesù Cristo. Nella liturgia, la Chiesa celebra Gesù Cristo; e lo fa sì attraverso dei temi, delle cose, dei personaggi, questo è vero, ma celebriamo Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria. Le grandi feste allora possiamo dire che attualizzano per noi, per la nostra comunità, dei momenti decisivi della storia della salvezza; ricordate tutti quei tropari che nelle grandi feste cominciano col “oggi” -σήμερov; questa parola ha una forza direi quasi epicletica sulla comunità, su tutta la Chiesa che celebra quel mistero.

L’incarnazione e la nascita di Cristo non è soltanto un evento accaduto a Nazareth e a Betlemme, nella solitudine e la povertà di una stalla, ma è un evento salvifico che resta presente in noi; nell’Ascensione non è soltanto Cristo che viene glorificato alla destra di Dio, ma in lui tutta l’umanità viene portata alla gloria di Dio. “Oggi” -σήμερov; la liturgia quasi non usa verbi al passato, ma al presente o al perfetto; troverete pochi aoristi. Questo è un aspetto fondamentale della tradizione bizantina ed anche di quella siriaca, che sono piene di tropari con il “Oggi” -σήμερov; e poi nella tradizione latina romana tutte le antifone nelle grandi feste che iniziano in latino con “hodie” sono dei tropari bizantini portati nel VII e VIII secolo in Occidente, da Papi di origine orientale.

Vorrei sottolineare oggi alcuni aspetti della liturgia del 21 novembre, che usando delle immagini bibliche molto forti e spesso per via di contrasto, ci presenta Maria con dei titoli su cui vorrei soffermarmi un attimo. Titoli potete dirmi mariologici? È vero ma soprattutto ed in promo luogo cristologici.

Nella liturgia del 21 novembre troviamo, tra molti altri, i seguenti titoli dati alla Madre di Dio, sorti da una lettura cristologica dell’Antico Testamento:

Dimora santificata: τιμῶντες καὶ τὴν αὐτοῦ, ἡγιασμένην σκηνήν.

Divina abitazione: ἑτοιμασθῆναι, εἰς θείαν κατοίκησιν, τῆς παρουσίας αὐτοῦ.

Arca vivente: τὴν ἔμψυχον κιβωτόν, τὴν τὸν ἀχώρητον Λόγον χωρήσασαν·

Arca di Dio: Ὡς ἐμψύχῳ Θεοῦ κιβωτ

Arca, velo e verga: Παραδόξως προδιετύπου Ἁγνή, ὁ Νόμος σε σκηνὴν καὶ θείαν στάμνον, Ξένην κιβωτόν, καὶ καταπέτασμα καὶ ῥάβδον, Ναὸν ἀκατάλυτον, καὶ πύλην Θεοῦ· Ὅθεν ἐκδιδάσκει σοι κράζειν· Ὄντως ἀνωτέρα πάντων, ὑπάρχεις Παρθένε ἁγνή

Tabernacolo di Dio: ὡς Θεοῦ κατοικητήριον… εἰς κατοικητήριον τοῦ παντάνακτος Θεοῦ

Tabernacolo di Gesù splendido ed amabile: καὶ ἑτοιμάζου γενέσθαι, τοῦ Ἰησοῦ οκητήριον

Tabernacolo del Cristo: εἰς κατοικητήριον τοῦ Παντάνακτος Χριστοῦ,

Tempio vivente della santa gloria del Cristo Dio nostro: Σήμερον νας ὁ ἔμψυχος, τῆς ἁγίας δόξης, Χριστοῦ τοῦ Θεοῦ ἡμῶν

Tempio santissimo: καὶ δι’ Ἀγγέλου ἐκτρέφεται, τῷ  ὄντι ὑπάρχουσα, γιώτατος ναός, τοῦ Ἁγίου Θεοῦ ἡμῶν…

Tempio che accoglie Dio: ὁ θεοχώρητος νας ἀνατίθεται

Tempio e reggia: νας κα παλάτιον

Vero tempio di Dio: νας γὰρ Θεοῦ, ἡ Θεοτόκος ὑπάρχουσα

Tempio, reggia e vivente cielo del Re: Ναὸς καὶ παλάτιον καὶ οὐρανός, ἔμψυχος ὀφθεῖσα Θεόνυμφε, τοῦ Βασιλέως…

Vivente talamo di Dio: τερπνὸς τῆς Παρθένου ὁ ναός, καὶ θάλαμος δεχόμενος, τὴν ἔμψυχον παστάδα Θεοῦ, τὴν καθαρὰν καὶ ἄμωμον, καὶ λαμπροτέραν πάσης κτίσεως.

Casa della grazia: Ὡς οκος οὖσα τῆς χάριτος

Tenda e urna divina: Παραδόξως προδιετύπου Ἁγνή, ὁ Νόμος σε σκηνν κα θείαν στάμνον, Ξένην κιβωτόν, καὶ καταπέτασμα καὶ ῥάβδον, Ναὸν ἀκατάλυτον, καὶ πύλην Θεοῦ·

Urna, verga, tavola della legge, montagna no tagliata: Ἣν πάλαι προκατήγγειλε, τῶν Προφητῶν ὁ σύλλογος, στάμνον καὶ ῥάβδον καὶ πλάκα, καὶ ἀλατόμητον ὄρος, Μαρίαν τὴν Θεόπαιδα,

Trono divino del Sovrano dell’universo: ὅπως γένηται, τοῦ Δεσπότου τῶν ὅλων, θεῖος θρόνος, καὶ παλάτιον καὶ κλίνη, καὶ φωταυγὲς ἐνδιαίτημα…

Reggia e lettiga

Lampada spirituale: Αἱ νεάνιδες χαίρουσαι, καὶ λαμπάδας κατέχουσαι, τῆς λαμπάδος σήμερον προπορεύονται, τῆς νοητῆς καὶ εἰσάγουσιν, αὐτὴν εἰς τὰ Ἅγια, τῶν Ἁγίων ἱερῶς…

Notiamo il parallelo tra le vergini che portano le lampade e la Vergine Maria diventata lampada che porta Colui che è la luce.

Un altro dei titoli è: Porta, termine preso soprattutto da Ezechiele 44.

Ancora un altro titolo importante e che collega poi con l’inno Akathistos è: Sposa, sposa di Dio: Μετὰ τὸ τεχθῆναί σε, Θεόνυμφε Δέσποινα…

Un ultimo titolo da sottolineare è: Figlia di Dio e Madre di Dio: Σήμερον τὰ στίφη τῶν Πιστῶν συνελθόντα, πνευματικῶς πανηγυρίσωμεν, καὶ τν     θεόπαιδα Παρθένον κα Θεοτόκον, ἐν Ναῷ Κυρίου προσαγομένην…

Li ho elencati qua. Guardateli questi titoli e vocaboli nei tropari del vespro: tutti i titoli -che vengono presi molto spesso da testi dell’Antico Testamento, e che la liturgia dà alla Madre di Dio in questa festa. Titoli che vanno letti in un contesto cristologico come capita sempre che si accenna alla Madre di Dio. Celebriamo la Madre di Dio, ma la celebriamo in quanto ci preannuncia la salvezza di Cristo, ci porta Cristo e ci porta a Cristo. La celebriamo ancora come preludio, come primo annuncio, cioè ci rimanda alla salvezza che viene da Cristo.

Ripassando, rileggendo, rivedendo la liturgia di questa festa, che celebreremo con il vespro e l’artoklasia a Kifissià, e poi al mattino con la Divina Liturgia qua nella nostra cattedrale, troviamo ancora altri aspetti che voglio sottolineare. Le tre letture dell’Antico Testamento proposte per il vespro:

Esodo 40, 1ss: diversi versetti del capitolo 40. La consacrazione della tenda della testimonianza e la presenza gloriosa della nube per indicare la gloria del Signore che la riempie. Il luogo pieno della gloria. La tradizione cristiana lo applica a Maria in cui riposa la nube, la gloria del Signore.

3 libro dei Re, 8, 1ss: Introduzione dell’arca dell’alleanza del Signore nel tempio di Salomone. La liturgia bizantina legge questo passo biblico come prefigurazione del mistero oggi celebrato. Maria come nuova arca dell’alleanza.

Ezechiele 43,27-44,4: La gloria del Signore che riempie il tempio. Porta chiusa, aperta soltanto dal Signore. Riferimento alla verginità di Maria.

Si tratta di tre letture dell’AT che tutte le tradizioni cristiane hanno letto in chiave cristologica, soprattutto Ezechiele: La gloria del Signore che riempie il tempio, la porta chiusa varcata, aperta soltanto dal Signore. Questo tema della porta verrà ripreso dagli stichirà degli aposticha. E nel doxastikòn troviamo il contrasto, bello, dato a Maria tra Figlia di Dio e Madre di Dio.

Per quanto riguarda le letture del vangelo, quello del mattutino è Lc 1, 39-49. 56: la Visitazione; mentre che nella Divina Liturgia troviamo Lc 10, 38-42; 11, 27-28: la pericope di Marta e Maria e l’acclamazione “beati coloro che ascoltano la Parola di Dio”.

Sul cànone del mattutino, attribuito a Giorgio di Nicomedia (+860), vi faccio notare come le odi collegano Maria con la ode che è cantata. Poi l’immagine, diverse volte ripetute, di Maria portata nel tempio per diventare tempio. Soffermatevi soltanto a leggere le katabasie di ognuna delle odi del mattutino, che danno la chiave cristologica ad ognuna di esse, e che sono le katabasie che precedono e preparano al Natale:

Cristo nasce, rendete gloria; Cristo scende dai cieli, andategli incontro; Cristo è sulla terra, elevatevi. Can­tate al Signore da tutta la terra, e con letizia celebratelo, o popoli, perché si è glorificato (Ode 1).

Xριστὸς γεννᾶται, δοξάσατε, Χριστὸς ἐξ οὐρανῶν, ἀπαντήσατε, Χριστὸς ἐπὶ γῆς, ὑψώθητε· ᾌσατε τῷ  Κυρίῳ πᾶσα ἡ γῆ, καὶ ἐν εὐφροσύνῃ, ἀνυμνήσατε λαοί, ὅτι δεδόξασται».

Al Figlio che prima dei secoli immutabilmente dal Padre è stato generato, e negli ultimi tempi dalla Vergine, senza seme, si è incarnato, al Cristo Dio acclamiamo: Tu che hai innalzato la nostra fronte, santo tu sei, Signore (Ode 3).

Τῷ  πρὸ τῶν αἰώνων, ἐκ Πατρὸς γεννηθέντι ἀρρεύστως Υἱῷ, καὶ ἐπ’ ἐσχάτων ἐκ Παρθένου, σαρκωθέντι ἀσπόρως, Χριστῷ τῷ  Θεῷ βοήσωμεν· Ὁ ἀνυψώσας τὸ κέρας ἡμῶν, Ἅγιος εἶ Κύριε.

Virgulto dalla radice di Iesse, e fiore che da essa procede, o Cristo, dalla Vergine sei germogliato, dal boscoso monte adombrato, o degno di lo­de: sei venuto in­car­nato da una Vergine ignara d’uo­mo, tu, immateriale e Dio. Gloria alla tua potenza, Signore (Ode 4).

Ῥάβδος ἐκ τῆς ῥίζης Ἰεσσαί, καὶ ἄνθος ἐξ αὐτῆς Χριστέ, ἐκ τῆς Παρθένου ἀνεβλάστησας, ἐξ ὄρους ὁ αἰνετός, κατασκίου δασέος, ἦλθες σαρκωθεὶς ἐξ ἀπειράνδρου, ὁ ἄϋλος καὶ Θεός. Δόξα τῇ δυνάμει σου Κύριε.

Il mostro marino, dalle sue viscere, ha espulso come embrione Giona, quale lo aveva ricevuto; il Verbo, dopo aver dimorato nella Vergine e avere assunto la carne, da lei è uscito, custodendola incorrotta: poiché egli ha pre­ser­vato la madre indenne dalla cor­ruzione cui non era sottostata (Ode 6).

Σπλάγχνων Ἰωνᾶν, ἔμβρυον ἀπήμεσεν, ἐνάλιος θήρ, οἷον ἐδέξατο, τῇ Παρθένῳ δέ, ἐνοικήσας ὁ Λόγος καὶ σάρκα λαβών, διελήλυθε φυλάξας ἀδιάφθορον· ἧς γὰρ οὐχ ὑπέστη ῥεύσεως, τὴν τεκοῦσαν κατέσχεν ἀπήμαντον.

La Madre di Dio, il 21 novembre, è presentata soprattutto come colei che diventa tempio, abitacolo di Cristo, e quindi tipo, immagine di quello che ogni cristiano diventa per mezzo del battesimo. Il suo ingresso, la sua vita nel tempio, sono anche il nostro ingresso, la nostra vita nel tempio, in Cristo, secondo il vangelo. Questa è, allora, la benevolenza di Dio, la salvezza degli uomini, diventare il tabernacolo, il tempio, il trono, il palazzo, l’abitazione di Dio tra gli uomini, cioè di Cristo. Ricordate il tema, presente tantissime volte nella Sacra Scrittura: Io abiterò in mezzo ad essi, essi saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio.

Vorrei soltanto attirare la vostra attenzione su tre testi dell’ufficiatura del 21 novembre.

Doxastikon.

“Oggi noi, moltitudini di fedeli qui convenuti, celebria­-mo spiritualmente una festa solenne, e piamente accla­miamo la Vergine, figlia di Dio e Madre di Dio, che viene condotta al tempio del Signore: lei che è stata prescelta da tutte le generazioni, per essere tabernacolo del Cristo, Sovrano universale e Dio di tutte le cose. O vergini, fate stra­da recando lampade, per onorare l’augusto incedere della sem­pre Vergine. O madri, deposta ogni tristezza, seguitela piene di gaudio, per celebrare colei che è divenuta Madre di Dio, causa della gioia del mondo. Tutti dunque, insieme con l’angelo, con gioia gridiamo: Gioisci! alla piena di gra­zia, a colei che sempre intercede per le anime nostre”.

Σήμερον τὰ στίφη τῶν Πιστῶν συνελθόντα, πνευματικῶς πανηγυρίσωμεν, καὶ τὴν     θεόπαιδα Παρθένον καὶ Θεοτόκον, ἐν Ναῷ Κυρίου προσαγομένην, εὐσεβῶς ἀνευφημήσωμεν· τὴν  προεκλεχθεῖσαν ἐκ πασῶν τῶν γενεῶν, εἰς κατοικητήριον τοῦ Παντάνακτος Χριστοῦ, καὶ Θεοῦ τῶν ὅλων, Παρθένoι, λαμπαδηφοροῦσαι προπορεύεσθε, τῆς Ἀειπαρθένου τιμῶσαι, τὴν σεβάσμιον πρόοδον, Μητέρες, λύπην πᾶσαν ἀποθέμεναι, χαρμονικῶς συνακολουθήσατε, ὑμνoῦσαι τὴν Μητέρα τοῦ Θεοῦ γενομένην, καὶ τῆς χαρᾶς τοῦ κόσμου τὴν πρόξενον. Ἅπαντες οὖν χαρμονικῶς, τὸ χαῖρε σὺν τῷ  Ἀγγέλῳ ἐκβοήσωμεν, τῇ  Κεχαριτωμένῃ, τῇ ἀεὶ πρεσβευούσῃ, ὑπὲρ τῶν ψυχῶν ἡμῶν.

È un tropario che inizia con l’Oggi, come indicato sopra. Poi l’invito alla celebrazione della festa, coinvolgimento ecclesiale nella celebrazione, nell’accompagnare Maria al tempio.

Vergine, figlia di Dio e Madre di Dio. Tema della maternità e della figliolanza di Dio. Maria, come tutte le creature umane, è figlia di Dio, è creatura sua; ma in quanto accoglie l’annuncio di Gabriele e dice di sì a Dio, concepisce il Verbo, diventa anche Madre di Dio.

Prescelta per diventare tabernacolo di Cristo…

O vergini… Tema di Mt 25. Le vergini con le lampade, anche nell’icona.

Le vergini che aspettano lo Sposo, qua cambiano e aspettano la sposa. Maria come sposa…  O madri… Maternità di Maria.

Apolitikion.

Oggi è il preludio del beneplacito del Signore, e il primo annuncio della salvezza degli uomini. Agli oc­chi di tutti la Vergine si mostra nel tempio di Dio, e a tutti prean­nuncia il Cristo. Anche noi a gran voce a lei acclamia­mo: Gioisci, compimento dell’economia del Creatore”.

Σήμερον τῆς εὐδοκίας Θεοῦ τὸ προοίμιον, καὶ τῆς τῶν ἀνθρώπων σωτηρίας ἡ προκήρυξις. Ἐν Ναῷ τοῦ Θεοῦ τρανῶς ἡ Παρθένος δείκνυται, καὶ τὸν Χριστὸν τοῖς   πᾶσι προκαταγγέλλεται. Αὐτῇ καὶ ἡμεῖς μεγαλοφώνως βοήσωμεν· Χαῖρε τῆς οἰκονομίας τοῦ Κτίστου ἡ ἐκπλήρωσις.

Kontakion.

 “Il purissimo tempio del Salvatore, il talamo preziosissimo e verginale, il tesoro sacro della gloria di Dio, è oggi introdotto nella casa del Signore, portandovi, insie­me, la grazia del divino Spirito; e gli angeli di Dio a lei in­neg­giano: Costei è celeste dimora”.

Ὁ καθαρώτατος ναὸς τοῦ Σωτῆρος, ἡ πολυτίμητος παστὰς καὶ Παρθένος, τὸ ἱερὸν θησαύρισμα τῆς δόξης τοῦ Θεοῦ, σήμερον εἰσάγεται, ἐν τῷ οἴκῳ Κυρίου, τὴν χάριν συνεισάγουσα, τὴν ἐν Πνευματι Θείῳ· ἣν ἀνυμνοῦσιν Ἄγγελοι Θεοῦ· Αὕτη ὑπάρχει σκηνὴ ἐπουράνιος.

La Madre di Dio, il 21 novembre, è presentata soprattutto come colei che diventa tempio, abitacolo di Cristo, e quindi tipo, immagine di quello che ogni cristiano diventa per mezzo del battesimo. Il suo ingresso, la sua vita nel tempio, sono anche il nostro ingresso, la nostra vita nel tempio, in Cristo, secondo il vangelo. Questa è, allora, la benevolenza di Dio, la salvezza degli uomini, diventare il tabernacolo, il tempio, il trono, il palazzo, l’abitazione di Dio tra gli uomini, cioè di Cristo. Ricordate il tema, presente tantissime volte nella Sacra Scrittura: Io abiterò in mezzo ad essi, essi saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio.

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