La Dormizione della Madre di Dio – 15 Agosto 2017

Carissimi,

celebriamo oggi, nella gioia, la Dormizione della gloriosa Madre di Dio, il suo transito dalla morte alla vita, il transito verso Colui che è la Vita. Celebriamo oggi quel giorno in cui Colei che aveva generato il Verbo della Vita, il Verbo di Dio incarnato, si addormenta, muore, ed è glorificata piena d’onore, di gloria e di bellezza. Due aspetti importanti di questa festa.

In primo luogo, la liturgia in questo giorno ci ha dato due testi molto chiari; la pericope di Fil 2: il canto dell’umiltà, dell’umiliazione di Dio: per glorificare la sua creatura, cioè l’uomo, il Verbo di Dio si abbassa e si fa uomo; per glorificare, per riportare l’uomo alla primitiva gloria, bellezza, il Verbo di Dio si fa uomo. Il mistero della nostra fede cristiana è incentrato nella vera incarnazione del Verbo di Dio; la seconda Persona della Santa Trinità, il Figlio e Verbo di Dio, si è incarnato, si è fatto uno di noi, pienamente uomo. Perciò celebriamo anche le feste della Madre di Dio, perché “dallo Spirito Santo e dalla Vergine Maria si è fatto uomo”, come proclamiamo nella professione di fede. Il brano del Vangelo, poi, è applicato a Maria, alla Chiesa, ad ognuno di noi, chiamati ad essere fedeli all’ascolto della Parola di Dio. È come se la liturgia bizantina, chiudendo l’anno liturgico –siamo nell’ultima grande festa del calendario- consegnasse alla Chiesa questa parola che abbiamo sentito nel Vangelo odierno: Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Ascoltare il Vangelo, accoglierlo, farlo nostro, farlo carne della nostra carne, vita della nostra vita, come Maria che per noi è modello di ascolto ed accoglienza della Parola.

Poi in secondo luogo è bello di notare come la liturgia bizantina applica a Maria tutta una serie di titoli cristologici e mariologici presi dai testi e dai fatti dell’Antico Testamento: l’albero, l’arca, la roccia, il roveto: “Lei è l’albero stupendo che produsse il frutto meraviglioso… Lei è l’arca fatta di carne in cui si riposò il vero Noè… Lei è la figlia di Abramo che Adamo prevedeva in figura; portò il figlio e Signore di Abramo… Lei è la roccia donde sorse una fonte… Lei è il roveto prodigioso arso dal fuoco, in cui abitò per nove mesi il fuoco incandescente…”. E quasi facendo un parallelo tra la morte e risurrezione di Cristo, e quella di sua Madre, la liturgia canta la pasqua di Maria facendovi presente anche la figura di Adamo, i profeti assieme ai patriarchi, gli apostoli con i pastori…

Liturgia celeste e terrestre celebrata dagli angeli e dagli apostoli che diventano, con Maria, intercessori per tutti gli uomini. Un autore siriaco del XII secolo canta una lunga serie di beatitudini a Maria, che sono un canto all’incarnazione in lei del Verbo di Dio: “Beata sei, o Vergine fidanzata, o donna che hai generato un figlio… Beata sei, o madre senza padre, il cui Figlio non ebbe padre tra i mortali! Beata sei, o terra, nella quale si formò e in cui abitò, incarnandosi, il Dio di Adamo. Beata sei, o città dell’Altissimo e tabernacolo del Figlio del Creatore. Beata sei, o cielo terrestre che hanno invidiato le acque di sopra i cieli. Beata sei, tu, per la quale fu ristabilita per Adamo e la sua discendenza la salvezza eterna!”.

Celebriamo la Dormizione della gloriosa Vergine Madre di Dio. Essa intercede per i suoi figli, affinché la redenzione del suo Figlio sia elargita copiosamente su ognuno di noi, per arrivare un giorno pure noi alla glorificazione piena che ci ha portato Cristo Signore che vive e regna col Padre e lo Spirito Santo nei secoli. Amin.

+ p. Manuel Nin

Esarca Apostolico

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